La malinconia ha le onde come il mare ti fa andare e poi tornare ti culla dolcemente la malinconia si balla come un lento la puoi stringere in silenzio e sentire tutto dentro è sentirsi vicini e anche lontani è viaggiare stando fermi è vivere altre vite è sentirsi in volo dentro gli aereoplani sulle navi illuminate sui treni che vedi passare ha la luce calda e rossa di un tramonto di un giorno ferito che non vuole morire mai sembra quasi la felicità, sembra quasi l'anima che va il sogno che si mischia alla realtà puoi scambiarla per tristezza ma e' solo l'anima che sa che anche il dolore servirà e si ferma un attimo a consolare il pianto del mondo ferito che non vuol morire mai e perdersi tra le dune del deserto tra le onde in mare aperto anche dentro questa città e sentire che tutto si può perdonare, che tutto è sempre uguale cioè che tutto può cambiare è stare in silenzio ad ascoltare e sentire che può esere dolce un giorno anche morire nella luce calda e rossa di un tramonto di un giorno ferito che non vuole morire mai sembra quasi la felicità sembra quasi l'anima che va il sogno che si mischia alla realtà puoi scambiarla per tristezza ma è solo l'anima che sa che anche il dolore passerà e si ferma un attimo a consolare il pianto di un amore ferito che non vuole morire mai
Casa
Colpisce come poche cose, come una casa, conservino il passaggio del tempo. Si dice che esso voli, secondo me oltre ad ali potenti è dotato di un becco ed artigli micidiali. Un rapace, che sfreccia veloce, strappando brandelli di carne e pensieri. Il suo volo linear/circolare impressiona per precisione e rapidità nel ripassare dove precedentemente sembrava aver sostato. Studiando certe geometrie e proiettandole nel futuro, si può senza eccedere in presunzione, provare a capire cosa accadrà quando l'ungulato ripasserà di qui. Perché se così non fosse significherebbe che l'osservatore se ne sarà già andato altrove. Ma potrebbe anche succedere che il tratto lineare si sia protratto o accorciato oltremodo. L'uccello dai lunghi artigli, il becco ricurvo, e la ali energiche va osservato. Il desiderio d'imprigionarlo, deve essere a mio avviso represso. Il dolore nel mirar il volo celeste è compensato da altrettanto piacere di esser degni d'appartenere al creato stesso. Il disagio nasce nella percezione di una vita carnale compiuta, muore nella meditazione della storia infinita. Il rapace non esiste. Ne esistiamo noi come siamo abituati a percepirci. Nulla esiste di ciò che ci circonda. È un inganno. Solo l'amore è essenza. Certo è che senza questo pezzo di materia eterogenea, non sia possibile prendere contatto e consapevolezza con quanto Sopra. Si perché il Dentro tanto osteggiato è ancora materia ed espressione D'Io. Uscire per salire, trascendere in attesa e comunione, dell'onnipotente invisibile, tutto. L'intimità con esso ci sottrae prospettiva, di cui sentiamo costantemente un bisogno malinconico. Desideriamo tornare in quella casa da cui non siamo mai usciti. Francesco