Pesca con la Mosca



Nel vastissimo panorama della pesca, c’é una tecnica che si discosta da tutte le altre, sia per l’alta spettacolarità, sia per l’abilità richiesta: è la pesca con la mosca artificiale.
Questa tecnica di pesca possiede una caratteristica in grado di spezzare il classico rapporto predatore/preda che inevitabilmente finisce con l’uccisione dell’animale. Infatti, pescando con la mosca, l’amo non viene ingoiato dal pesce, bensì svolge il suo compito intorno all’estremità della bocca del pinnuto, consentendone l’immediato rilascio. E’ quello che viene chiamato "Catch and Release o No-Kill", in cui la pesca si affranca dalla classica concezione del bottino da portare a casa ad ogni costo, e si trasforma in un’esperienza rilassante sicuramente in armonia con la natura in cui il pescatore a mosca ama immergersi.

Nei torrenti così come nei fiumi e nei laghi, oltre ad esserci i pesci, vi abitano un’infinità di minuscoli animali comunemente chiamati “ninfe” . Questi insetti, una volta giunti ad una certa fase della loro vita, nuotano in prossimità della superficie dell’acqua dove schiudono trasformandosi così in insetti alati.
La pesca con la mosca artificiale “secca” si basa sul principio che i pesci salgono in prossimità della superficie dell’acqua a mangiare gli insetti che vi sostano. Questi possono anche non essere acquatici, come per esempio le cavallette, le formiche e le api che accidentalmente cadono in acqua, magari presi alla sprovvista da un improvviso colpo di vento.
Gli insetti vengono quindi imitati utilizzando svariati tipi di piume e peli, legati seguendo un criterio ben preciso su ami dalle misure più svariate. Gli artificiali, essendo costruiti con piume e peli, non hanno praticamente peso. L’unico modo per riuscire a “portarli” alla distanza necessaria per arrivare a tiro dei pesci è quello di usare una canna da pesca con la quale lanceremo una sorta di “lenza”, comunemente chiamata “coda di topo”, collegata con un finale alla cui estremità annoderemo la nostra mosca. Anni fa le code di topo erano costituite dalle fibre intrecciate della coda di cavallo maschio ed ingrassate prima della pesca.

La coda di topo viene usata quasi come il lungo cordino di una frusta, e grazie a volteggi ed allunghi, dà la possibilità al pescatore di depositare piccole imitazioni di insetti. Il lancio è una sorta di danza che si instaura tra il pescatore e il pesce precedentemente avvistato. Come il torero conosce gli atteggiamenti del toro, così l'abile pescatore sa anticipare le mosse del natante. E' la componente più difficile da imparare, ma proprio grazie a questo aspetto pressoché funambolico, la pesca con la mosca assume delle caratteristiche quasi artistiche. Pescare a mosca non è solo divertente, ma diventa spettacolare, basti pensare alle bellissime immagini del film di Robert Redford: “In mezzo scorre il fiume”.
La bollata (increspatura formata dall'insetto nella superficie dell'acqua", oltre a rappresentare l’istante magico della pesca a mosca, è fondamentale perché ci avverte che il pesce ha preso in bocca la nostra mosca.
Per molti pescatori la pesca a mosca significa anche stare in casa, davanti al morsetto ad elaborare nuove imitazioni per le prossime uscite di pesca. Il fiume è popolato da una miriade di insetti ed a volte, se non si è in possesso della mosca dalla taglia o dal colore simile all’insetto presente, i pesci snobberanno la nostra imitazione. Tra i materiali più usati per la costruzione delle mosche artificiali troviamo i colli di gallo e di gallina, le piume di pavone e di fagiano, il pelo di lepre e di foca. Ovviamente l’amo con occhiello è il punto di partenza, ed una volta fissato nel morsetto, consentirà al costruttore/pescatore di sbizzarrirsi seguendo la propria fantasia o “ricette” dalla provata efficacia, vecchie magari anche più di un secolo.
Nelle acque dei fiumi, in certi orari ben precisi è possibile notare le così dette schiuse, in altre parole un numero elevato di ninfe che schiudono tutte contemporaneamente, producendo una sorta di magico sfarfallio in prossimità dell’acqua. Le schiuse avvengono generalmente durante le ore più calde in inverno, mentre nei mesi più caldi sarà possibile trovarle al mattino presto e durante o subito dopo al tramonto.

Il “Catch and Release”, ovvero “Cattura e rilascia!”. Non sempre necessario uccidere il pescato anzi, soprattutto nell’era moderna in cui l’ambiente naturale soffre l’eccessiva invadenza dell’uomo, rilasciare un pesce significa dare una possibilità di sopravvivenza in più alle nostre bistrattate acque. In fondo è sufficiente schiacciare l’ardiglione dell’amo per consentire il facile rilascio della nostra preda.

 

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