Primavera

 

A mano a mano



di Rino Gaetano

A mano a mano ti accorgi che il vento
Ti soffia sul viso e ti ruba un sorriso
La bella stagione che sta per finire
Ti soffia sul cuore e ti ruba l'amore

A mano a mano si scioglie nel pianto
Quel dolce ricordo sbiadito dal tempo
Di quando vivevi con me in una stanza
Non c'erano soldi ma tanta speranza

 

Circo



di Francesco Tavanti

E’ sentire il volo fugace della vita, che mi fa sentire vivo. In equilibrio sopra una scogliera ventosa, pronto ad aprire le ali e volar via. E sembra tirarti per il bavero della giacca, non si arrende vuol essere consumata fino in fondo. Ti chiedi perché, in fondo tutto finisce presto, e poi cosa rimane!? Niente, almeno agli occhi dei viventi. Vorrei rompere tutto ciò che mi circonda, non mi sembra giusto essere chiamato all’eternità in un mondo compiuto.
E’ tutto un equilibrio sopra la follia (Vasco Rossi). Giocoliere, funambolo, illusionista, clown o addolcitore di bestie feroci. Infine i cavalli che corrono in circolo, fino alla schioccata di frusta del cocchiere. E’ il circo, il luogo che meglio con la sua malinconica atmosfera, rappresenta la vita. I suoi personaggi sembrano popolare il tendone, come la mente di ciascuno di noi.

 

Mandorlo in fiore

 

2 rubinetti



di Laura Callari

Ci risiamo.
Ancora una volta, vuoi che resti, ma alle tue condizioni.
Siamo due rubinetti, sì due rubinetti: con l'acqua calda e l'acqua
fredda, con le manopole, senza.

Tu sei un rubinetto con le manopole, classiche, tonde, un po'
ottagonali, con i due cerchi rosso e azzurro. Apri e chiudi quando
vuoi, quanto vuoi e possono succedere due cose in caso di rottura...o non si riesce più a girare il pomello, o anche stringendolo al massimo, continua a gocciolare.
TIC, tic, TIC...quella goccia è quella che non ti fa dormire la sera, quando cerchi di addormentarti, quella goccia è quella a cui ci si attacca per dissetarsi quando con la bocca arsa si vaga nel buio notturno.

 

Hearth a Milano



Martedì 22 febbraio, alle ore 18,30 presso la galleria d'Arte Previtali, a Milano in via Elia Lombardini (zona navigli), si terrà la presentazione della collezione Melys Cashmere AI 2011.
La serata è aperta a tutti coloro vogliano condividere un momento d'arte e moda, condito da prodotti dell'eccellenza culinaria Toscana.

 

Autogrill



da Wikipedia

Si deve agli architetti Angelo Bianchetti, Melchiorre Bega e Carlo Casati la progettazione e creazione degli Autogrill a ponte che si incontrano lungo le autostrade italiane: il primo lavorava per la Pavesi, il secondo per la Motta, il terzo coordinava invece il progetto per la Società Autostrade per l'impatto della struttura a ponte dal punto di vista paesaggistico.

di Francesco Tavanti

Solo i grandi entravano per un caffè, noi rimanevamo in auto oppure si scendeva per andare in bagno. A pranzo ci fermavamo o nell’area attrezzata per il pic nic, oppure entravamo. Io prediligevo quelli a ponte, sopra l’autostrada dove mentre mangiavi, potevi guardare le macchine che sfrecciavano sotto i tuoi piedi. L’Autogrill era tipo, l’aeroporto o la stazione. Un luogo di passaggio e di incontro tra tante persone in viaggio per le vacanze. Ti accorgevi subito chi andava e chi tornava, i primi ancora compressi dalla città, i secondi discinti e libertini.

 

L'Amore



di Francesco Tavanti

L'Amore ci adesca, inebriandoci di felicità, per nutrirsi di noi! E’ attraverso la morte, che esso si alimenta, allo scopo di mantenere in movimento l’Universo. Ecco perché sopra la terra c’è un "sottilissimo" strato di esseri animali e vegetali. Cibo nient'altro che cibo! L'Amore esiste attraverso di noi, ai nostri sentimenti, al nostro istinto, al nostro corpo. L’Amore è aspazio - atemporale perche' di essi si e' cibato. L'Amore e': l'essenza di tutte l'essenze, la sostanza più incredibile che si trovi in natura. Chi lo produce, muore! Rinuncia a se, per la vita, per tornare a Casa.

 

1000 mt



di Francesco Tavanti

Attenti! Bang! Ogni qual volta che salgo sopra al Tartan, e mi appresto ad iniziare un allenamento, mi sento come un purosangue dentro le gabbie di partenza. Si parte in gruppo, cerco la posizione a me più congeniale, la corda se corro in difesa, l’esterno se mi sento particolarmente bene. Sono passati molti anni, più di quelli che avevo allora, quando diciassettenne correvo i due giri e mezzo agli studenteschi, eppure ogni volta che entro in pista il tutto si resetta come in quei tempi.

Come un equilibrista il corpo cerca il suo bilanciamento. Le spalle ben aperte si spingono in avanti alla ricerca del punto di rottura, dove allineate con i piedi alati mi mantengono eretto. Le dita come penne “Remigranti Primarie”, si allargano al contatto del suolo per poi stringersi in un’azione propulsiva nello stacco. Tocca terra solo l’avampiede, il resto è un meccanismo di leve. Le braccia raccolte verso l’alto, si muovono sincrone ed alterne alle gambe, per mezzo dei muscoli addominali ortogonali. Le mani rimangono semiaperte.

 

It's five o'clock



di Demis Roussos (versione consigliata quella di Franco Battiato)

Sono le cinque (del mattino) e io cammino attraverso la strada deserta. I pensieri riempono la mia testa
ma ancora nessuno parla con me
La mia mente mi riporta a quello che ho passato.

E' così difficile credere
che quello che ho visto dietro il vetro della finestra sono io
E' così difficile credere che questo sia il modo
in cui le cose debbano andare.