Triennale



Mentre aspettavo di entrare, sono arrivate molte persone che come me erano accorse per la proiezione. Ero appoggiato con i gomiti nella balaustra di marmo delle scale, quando un leggero profumo mi ha sconcertato e scaraventato, indietro, lontano in un posto non ben identificato.
Ho alzato gli occhi, delle donne a me antistanti, ho cercato di capire chi fosse, chi poco tempo prima si era spruzzata quell’essenza.
Poi ho chiuso gli occhi e ho respirato più profondamente, le narici si sono divaricate, l’aria abbondantemente ha riempito il palato e i polmoni. Volevo che il ricordo acquisisse forza, nitidezza e che mi portasse via. Tanta aria, tanto profumo, tanti ricordi.
Il profumo all’aria frammisto, permeava dal palato verso le papille olfattive. Subito mi sono accorto che la quantità dell’aria che ingerivo non era direttamente proporzionale al profumo e ai ricordi da esso sprigionati nella mia mente.
E’ come se ci fosse un limite d’assorbimento oltre il quale con tutta la mia volontà non potevo andare.

(Francesco Tavanti)

 

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