L'Amore



di Francesco Tavanti

L'Amore ci adesca, inebriandoci di felicità, per nutrirsi di noi! E’ attraverso la morte, che esso si alimenta, allo scopo di mantenere in movimento l’Universo. Ecco perché sopra la terra c’è un "sottilissimo" strato di esseri animali e vegetali. Cibo nient'altro che cibo! L'Amore esiste attraverso di noi, ai nostri sentimenti, al nostro istinto, al nostro corpo. L’Amore è aspazio - atemporale perche' di essi si e' cibato. L'Amore e': l'essenza di tutte l'essenze, la sostanza più incredibile che si trovi in natura. Chi lo produce, muore! Rinuncia a se, per la vita, per tornare a Casa.

 

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Non posso fare a meno di commentare quanto ho letto nel suo trafiletto rispetto al concetto dell’amore. Mi ero ripromesso di non commentare oramai più niente, ognuno ha una propria idea dell’amore e questa idea è profondamente legata alle proprie esperienze personali ma anche ad un ideale che si porta dentro e che si vorrebbe raggiungere. Ho deciso quindi di farlo fondamentalmente perchè non ho sentito “armonia” in tutto quello che ha scritto.
Io penso che l’amore non ci “addesca” ma che ci venga incontro. Essere addescati significa cadere in “trappola”, e l’amore non dovrebbe intrappolare ma liberare. L’amore non dovrebbe avere piani pre-definiti e opportunistici. Non è inoltre l’amore che ci illude promettendoci felicità ma siamo noi che ci lasciamo “sedurre” dall’idea dell’amore che ci siamo fatti e ci allontaniamo dalla possibilità di provare a vivere un amore che ci viene incontro e che potrebbe essere autentico. Si, perché l’amore autentico non dovrebbe “consumarti” (nutrirsi) ma dovrebbe darti una spinta propulsiva, energia. E’ vero, l’amore non ha ne spazio ne tempo, per questo se è autentico può sopravvivere a situazioni non compatibili con le convenzioni del mondo. E’ certo che l’amore muove tutto l’universo ma perché è energia, la morte biologica e spirituale non è altro che energia che si trasforma. Sappiamo bene quale sarà il destino del nostro corpo, ma il nostro spirito che cosa diventerà? Dove andrà?
Sono d’accordo che amare significa rinunciare al proprio io, a se stessi ma non vuol dire necessariamente morire. Certo, per amore si può morire, ma quanti sono in grado di rinunciare alla propria vita? Per un figlio di certo lo faresti, ma per un compagno, un marito, un amico, un fratello o una sorella? Bisogna essere capaci di amare profondamente una persona per farlo, bisogna saper amare profondamente l’altro/a perché ti è necessario per vivere ma non perché non sei capace di sostentarti da solo ma perché hai bisogno veramente di quella persona che ti fa sentire vivo. Credo che solo Cristo sia stato in grado di dimostrare agli uomini che si può morire per la vita, non ha forse rinunciato alla sua per salvare tutti gli uomini?
Ora la frase “chi ama muore, rinuncia a se stesso, per l’universo, per gli altri, per la vita” e che “questo è il motivo che molto probabilmente è da ricercare in un programma interno che ti fa tornare a casa” sinceramente un po’ di inquietudine me la mette. Soprattutto perché lei mi piazza lì, l’immagine del piccolo principe intento a sradicare la piccola pianticella di baobab che potrebbe distruggere il suo piccolo pianeta. Potrebbe essere che l’immagine sia lì per caso e che l’abbia scelta perché potrebbe rappresentare lo strato sottilissimo di animali e vegetali che morendo in continuazione alimentano l’amore perché la vita ha bisogno di altra vita. Ma dovrebbe allora documentarsi per sapere che il pianeta del piccolo principe ha solo tre vulcani, di cui uno spento e una rosa, che è il motivo per cui il piccolo principe vorrà tornare a casa dopo essersene andato per un anno ad esplorare altri pianeti tra cui la terra!
Se invece ha messo lì di proposito l’immagine originaria del piccolo principe, non so se Antoine de Saint-Exupéry condividerebbe l’idea dell’amore che addesca e che illude. Il piccolo principe tornò a casa dopo un anno di viaggio e per farlo decise di morire facendosi mordere dal serpente, egli era consapevole che aveva nostalgia della sua rosa, perché solo lui se ne prendeva cura. La rosa lo aveva “addomesticato” o lui aveva addomesticato lei, e quando addomestichi diventi responsabile di quello che hai addomesticato. Come disse la volpe al piccolo principe, se addomestichi qualcuno, poi uno ha bisogno dell’altro e saranno uno per l’altro unici al mondo. E così la volpe svelò il suo segreto. Un segreto molto semplice: non si vede bene che col cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi.
14/02/2011….vedo che ha già integrato il suo concetto!

Francesco Tavanti ha detto...

Il Piccolo Principe è li per istinto, non ci penso mai troppo quando scelgo le immagini. Mi sembrava appropriato, perché essere vivente su di un piccolo nudo pianeta, e perché dopo un lungo viaggio torna a casa.

Saluti
Francesco

Lolo ha detto...

Caro Fra, ti confesso che ho dovuto riflettere molto su ciò che hai scritto, ho soppesato bene ogni parola e forse ho capito...
"Rinuncia a se, per la vita, per tornare a casa". E' dura, ma non c'è proprio niente di sbagliato, è per l'amore, anche questo!
E quei passaggi che raccontano di un amore talvolta subdolo, mi spiazzano. Può essere sbagliato, a volte, l'amore, può essere incondizionato, può essere grande gioia o sofferenza (che poi è comunque figlia della gioia), può essere amicizia, può essere rabbia, può essere correre incontro o scappare, può essere far del bene e può anche essere fare del male. Può essere amicizia, sacrificio, passione. Può vestirsi di tanti colori diversi, può essere anche grigio, ma di certo Fra, non subdolo, quello no.
Di amare lo scegliamo noi ed è vero che l'amore esiste attraverso di noi. Ma l'amore non è uno, l'amore sono tanti, e spesso vanno tutti daccordo...

Anonimo ha detto...

Vorrei rispondere a Lolo, sono sempre l’anonimo di cui sopra;
mi fa piacere vedere che l’amore ha sollecitato anche in lei il bisogno di commentare quanto scritto da Francesco Tavanti, anzi, la ringrazio per avermi fatto cogliere quello che non avevo colto prima. Non avevo capito il senso profondo della frase, cioè che una persona che produce amore muore ovvero che è anche disposta a rinunciare a sé (quindi morire) per la vita e per tornare a casa. E’ bello capire che il vero motivo per cui uno torna a casa è l’amore e non perché è stanco di viaggiare. Si, non c’è niente di sbagliato in tutto questo, l’importante è la consapevolezza di tutto ciò. Io ho scritto tutte quelle cose basandomi solo su di un trafiletto, e sull’immagine a me cara del Piccolo Principe, lei invece Francesco Tavanti lo conosce bene e quindi io mi fiderò del sentimento di amicizia che vi lega. Sono contento che la pensi come me sull’amore autentico che non è mai subdolo e che gli amori sono tanti!

Anonimo ha detto...

Rispondo anche all’animo…
Una persona può cercare di usare il cuore per approcciarsi alle persone e alle loro parole ma può succedere che queste parole non siano intellegibili perché si è rimasti ad un livello ancora troppo razionale e non è scandagliando le frasi di un concetto descritto che si può leggere il messaggio profondo che una persona vuole lanciare nell’universo umano. La somma dei pezzi non è mai la totalità del messaggio. Così quando non capisco le cose, la musica mi viene in aiuto. Ho letto il post sull’amore ascoltando i notturni di Chopin che non ascoltavo da tanto tempo, così teneri ed intimistici che le loro note profonde ti toccano l’anima. Abbandonandomi alla loro melodia, hanno suscitano in me tanta malinconia per le cose belle che passano, per il tempo impietoso che non si ferma mai, per tutte quelle volte che avrei voluto dire “ti amo” e “ho bisogno di te” e non l’ho detto. Se penso all’universo ascolto la mia spiritualità, solo essa può elevarmi e staccarmi da tutto ciò che è terreno, così leggendo il post e ponendomi in un’altra prospettiva ho sentito “armonia”. Ma ho sentito anche tanta tristezza e solitudine per la consapevolezza che noi uomini siamo degli strumenti, dei mezzi per sostenere un disegno di vita sovraordinato che non ci è dato a sapere. Così l’amore ci attraversa la vita e tutto ciò che siamo, nel corpo e nello spirito. Questo nostro sacrificio è necessario perché il mondo, l’amore e la vita continuino a perpetuarsi nel tempo. Ecco perché l’amore è eterno, fin che ci sarà lo strato sottilissimo di esseri animali, vegetali e degli uomini, tutto questo sarà sempre possibile. Morire per l’amore e rinunciare a se stessi, per qualcosa che è sopra di noi e che non capiamo fino in fondo veramente, perché la vita è un mistero, come lo siamo noi. Solo morendo potremmo scoprire veramente perché siamo qui; l’essere divino che custodisce e governa l’universo lo dirà il perché... torneremo da dove siamo venuti, cioè a casa, chissà dove e quando, chissà se lo spirito vola, evapora o si compatta in una forma ben precisa, me lo sono sempre chiesto ma non lo saprò se non alla fine di tutto. Spero solo di essere cosciente della fine perché devo rivolgere un pensiero a una donna che, senza esserne, credo, davvero consapevole un’altra chance di vita me l’ha data. L’essenza dell’amore ha mille profumi, mille colori, mille vibrazioni che ti inebriano ma appena la cogli ti sfugge e ti resta solo un vuoto dentro, sgomento e vorresti toccarla ancora, annusarla, ascoltare la sua melodia. E nonostante tutte le nostre pene tutto va avanti lo stesso ineluttabilmente………

Notturni di Chopin consigliati:
Notturno n.2 in mi bemolle maggiore op.9 n.3;
Notturno n.3 in sol minore op. 15 n.7;
Notturno n.2 in re bemolle Maggiore op.27 n.9