Rosso e Blu



di Francesco Tavanti

Questa volta siamo andati a Bagno Vignoni. Molti lo conoscono come borgo medioevale nato e sviluppatosi, intorno ad una sorgente termale, che forma anche la piazza centrale (piazza delle Sorgenti). Attraverso delle condutture l’acqua veniva utilizzata per muovere una serie di mulini, per poi raccogliersi di nuovo in fondo alla valle calcarea.
Si arriva direttamente dalla val d’Orcia. Si parcheggia l’auto e si entra nel borgo di bianco e poroso travertino. Tra tutti i borghi della zona, è l’unico che mi ha sempre ricordato i paesi della Provence.
Si imbocca via dei Mulini, si sfiora la sopracitata piazza per arrivare in piazza del Moretto. Qui numerosi ristorantini aprono sedie e tavoli metallici, all’ombra di pergole tutrici di Glicini. Trattoria La Parata, La Bottega di…Cacio, Osteria del Leone, Locanda del Loggiato e ancora Osteria della Madonna e Il Loggiato. Sono le prime ore del pomeriggio e molti si sono appena seduti per il pranzo.
La mattina è stata tirata e sfruttata al limite. per godersi il cielo scevro, terso dove alzando la testa la prima cosa che viene da chiedersi: “ma le nuvole dove se ne sono andate!?”. Te le immagini intimorite tutte stivate dietro una montagna, pronte a tornare al primo cenno.
Mi piace soprattutto guardare gli stranieri, quelli del nord Europa. Guardarli nel loro abbigliamento comodo, gustarsi un bicchiere di vino rosso. Loro si che sanno apprezzare il nostro immenso patrimonio. Non gli sfugge niente, tranne le preoccupazioni della vita, quelle sembrano rimaste a casa.
Noi oltrepassiamo questa cartolina, fino a giungere all’Hotel Posta. Struttura di fine anni ’50, quando l’Italia cambiava volto, e scopriva che oltre al grano si poteva produrre turismo per tutti. Nome evocativo, narrativo di viandanti in diligenza, verso, forse, la capitale.
Facciamo il biglietto € 15 per gli adulti, € 10 per i bimbi che tra l’altro gentilmente non ci fanno pagare. Ci regalano anche le cuffie, obbligatorie per ragioni igieniche. La struttura termale è rimasta quella di allora, quando fu costruito anche l’Hotel. Due vasche il Calidarium dall’acqua caldissima, e in successione il Tiepidarium di cui mi ha colpito la profondità. Mt 1,65 molto per una piscina termale che di solito si ferma poco sotto il metro.
Si chiama val di Sole, vi lascio immaginare in quale mondo si entra. Io sono entrato in quello della mia infanzia, quello rappresentato dai tanti films di Benigni, Nuti e Benvenuti. Quelli di fine anni ’70, dalle auto pastello, dai viali costeggiati da pini di una Firenze lucente. I jeans a zampa d’elefante e polo in jersey attillatissime su fisici efebi.
Nei parchi i “giochini”; altalene, scivoli, girelli tutti rigorosamente di ferro, di solito dai colori rosso e blu.

 

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