L'uovo al tegamino



di Francesco Tavanti

Uova nel tegamino di coccio, con scaglie di tartufo o asparagi di bosco. Cacio e pere, prosciutto toscano e melone. Patate e cipolle alla brace, bistecca condita con olio extra vergine di oliva. Sono alcuni degli “accostamenti della cucina tosco-aretina”. Una cucina semplice, fatta con materie prime genuine, e di ottima qualità. Una cucina che tende ad esplicitare ed esaltare le peculiarità organolettiche degli elementi stessi. Mai troppi ingredienti, spesso due è il numero perfetto. La somma di due numeri uno, che fa un tre. Cose di stagione, raccolte nel bosco o coltivate/allevate nella fattoria. Pochi ingredienti che sanno di vita. Pane, olio e pomodoro. Un acciughina e una cipolla.
Un cibo “povero” dotato di grande cultura, che piace anche ai ricchi. Siamo ai fondamentali; semplici ma non banali. Quanta ricerca per scovare il macellaio con la carne buona, quanto girovagare per i banchi del mercato per acquistare la verdura, e quanto annusare per mordere pane e focaccia “come dico io”. Ecco la schiacciata (spesso nomi onomatopeici) mangiata senza niente fino a far male la pancia. Ed ancora i crostini di fegato o tutti i “sottoprodotti” della macellazione. Sono cose da residenti, oppure da conoscitori e amanti di un territorio e della sua eno-gastronomia. Infine volevo lasciare giusto appunto il vino, quello rosso, quello dei colli toscani. Il nettare degli Dei dalle mille sfaccettature. Ognuno ha il suo, e guai a chi glielo tocca! Buon appetito.
Mi dimenticavo la panzanella! E i dolci quali castagnaccio e cantuccini inzuppati nel vinsanto. Ma questa la lasciamo per la prossima...

 

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