Ciabatte

di Francesco Tavanti

Ho sempre amato l’essenzialità di questi giorni dell’anno. Ciabatte e pantaloncini, gelati e giri a vuoto con la Vespa. L’effervescenza luminosa delle povere lucciole (raccolte a manciate per far monetine) e il frinire graffiante delle cicale. Le ciliegie e le grandi fette di cocomero. Le sere a chiacchierare, becerare, spettegolare all’ombra di un lampione. Immergere il naso in questa corolla in fiore, e aspirarne avidamente il profumo, non senza qualche screziatura di malinconia, al pensiero che presto appassirà.

 

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