L’Istinto



di Francesco Tavanti

Nulla ha a che vedere con l’intelligenza, neppure con l’astuzia o con l’esperienza. Lui è un errante solitario, istantaneo, e spesso infallibile. Al suo seguito, i signori menzionati sopra, loro si, che di sbagli ne fanno. Poi con quelle lungaggini; di chi è insicuro e non sa decidere, di chi cede ai propri desideri e alle proprie debolezze.
Lui si serve dell’olfatto per gli odori che non ti aspetteresti, della vista che capta i movimenti impercettibili dell’occhio altrui, dell’udito che scova i toni vocali ipocriti, e del tatto che come ultimo razio si spinge, la dove osano gli intrepidi. Il gusto quando può esercitarsi non lascia ombra di dubbio. Spesso lo si associa al mondo bestiale, forse perché in essi non filtrato dalla razionale esperienza.
Vorrei fidarmi di più di questo amico, abbandonarmi a lui, e con lui errare per non più Errare.

 

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