Giostra del Saracino



di Francesco Tavanti da Wikipedia

La Giostra del Saracino è una rievocazione storica medievale che si svolge nella città di Arezzo. Vi partecipano i quattro quartieri in cui è suddivisa la città, ovvero: il Quartiere di Porta Crucifera il Quartiere di Porta del Foro, il Quartiere di Porta Sant'Andrea e il Quartiere di Porta Santo Spirito, corrispondenti a quattro porte della cinta muraria rinascimentale. La Giostra del Saracino si corre in Piazza Grande il penultimo sabato di giugno (edizione notturna) e la prima domenica di settembre, in contemporanea della Fiera Antiquaria.



Come detto la Giostra è una rievocazione storica, basata su un’antica competizione cavalleresca Medioevale consistente nel colpire un bersaglio, posto sullo scudo del Buratto (un automa girevole che impersona il "Re delle Indie"), con un colpo di lancia al termine di una veloce carriera a cavallo. Il tutto senza farsi colpire dal mazzafrusto, imbracciato dal Buratto stesso, il quale viene azionato da un meccanismo a molla.

In principio probabilmente questo cavalcare contro un fantoccio era un esercizio militare, che lentamente assunse i connotati di manifestazione nella quale si sfidavano i cavalieri durante particolari celebrazioni o semplicemente per dimostrare la propria abilità. Di torneamenti e giostre visti in terra di Arezzo parla espressamente Dante Alighieri, all'inizio del XXII canto dell'Inferno, in alcune celebri terzine:

« Io vidi già cavalier muover campo,
e cominciar stormo a far lor mostra,
e tal volta partir per loro scampo;
corridor vidi per la terra vostra,
o Aretini, e vidi gir gualdane,
fedir torneamenti e correr giostra;
quando con trombe, e quando con campane,
con tamburi e con cenni di castella,
e con cose nostrali e con istrane; »

Nel Rinascimento questi spettacoli diventarono una grande attrazione; abbiamo notizie certe di "giostre ad burattum" per tutto il XVI secolo, durante la venuta di famosi personaggi in città o per importanti ricorrenze, come la manifestazione del 1535 dedicata a San Donato. Anche nel Seicento furono molto diffuse le giostre e, da quella del 1677 in onore a San Niccolò, abbiamo il primo regolamento scritto con tanto di tabellone a punti.

La prima edizione dei nostri giorni si svolse il 7 agosto 1931, data in cui ricorre la festa del Patrono d'Arezzo, San Donato. Secondo la tradizione, la rievocazione storica fu riportata in vita a seguito di un ritrovamento fatto da Alfredo Bennati nel 1930 nella biblioteca civica. Si narra che il Bennati fosse alla ricerca della ricetta di un dolce e che incappò casualmente in documenti medievali che descrivevano lo svolgersi di una giostra fra i cavalieri delle nobili casate d'Arezzo e del "Contado". La giostra avrebbe avuto quale scopo quello d'allenare i cavalieri aretini nel combattere i predoni che dalle coste si avventuravano fino nell'entroterra. Per questo si raffigurava il Buratto come "Re delle Indie" e con fogge medio-orientali.

Il 7 agosto 1931 il podestà Pier Lodovico Occhini ripristinò in chiave moderna la Giostra del Saracino.

La Giostra moderna è preceduta da un corteo storico lungo la città vecchia, dove i quartieri sfilano con i loro figuranti, preceduti da musici e sbandieratori. E’ un tripudio di colori e suoni folcloristici che animano la città e le tante persone accorse ai margini delle strade. E’ l’orgoglio aretino, che si rispecchia nelle tanti occhi stranieri, che increduli luccicano a questa festa che viene da lontano.

 

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