Saldi di fine stagione

di Francesco Tavanti

Mi sono ritrovato a camminare per il centro storico di Firenze il primo sabato di saldi. Martedì prossimo inizierà il tradizionale Pitti Uomo e l'intera città si sta facendo il maquillage per l'evento. 
Io cammino per la strada alla ricerca di qualche occasione, per comprare qualcosa precedentemente ritenuto troppo costoso.
Di gente ce n'è tanta fin troppa per i miei gusti. Ma l'atmosfera è quella giusta. Clima amabile (ci si muove con la giacca aperta), negozi pieni. Ognuno fa quello che può o che deve. Chi vende le caldarroste, chi la sua simpatia, chi i suoi ritratti, chi i biglietti per gli Uffizi, chi firme socialmente impegnate, chi vestiti, scarpe e accessori vari.
Mi soffermo a guardare le tipiche vetrine delle Brocanterie fiorentine. Quadri senza cornice con scorci simil Rosai, statuette bronzee di ballerine primi '900, mezzi busti con il locale marmo di Carrara. La città ospita innumerevoli mostre d'arte da palazzo Strozzi a palazzo Pitti. Nella città rinascimentale è la pittura che prevarica le altre forme di espressione dell'anima. Il commercio ne gode di tanta bellezza architettonica, di tanti richiami al '400 e '500 quando le stoffe pratesi erano le più pregiate.
Nei corridoi selciati dalla pietra serena di Fiorenzuola, gente di tutte le età, anche se a me mi sembrano tutti uguali. Mi sembra di conoscere tutti pur nella certezza di non conoscere nessuno. Scanso quello e quell'altra, cerco di focalizzare l'attenzione su chi mi assomiglia, ma me ne accorgo, se non successivamente. 
Mentre torno da dove sono venuto, c'é chi blocca con doppio giro di chiave il cancello del parco dei Boboli. "Vedi c'è chi chiude l'auto, chi l'appartamento, chi il parco del granduca di Toscana" penso, e continuo a pensare " a questo tizio gli hanno dato una bella responsabilità".
Poi entro in un bar e mi bevo un tè.

 

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