Casa

Colpisce come poche cose, come una casa, conservino il passaggio del tempo. Si dice che esso voli, secondo me oltre ad ali potenti è dotato di un becco ed artigli micidiali. Un rapace, che sfreccia veloce, strappando brandelli di carne e pensieri. Il suo volo linear/circolare impressiona per precisione e rapidità nel ripassare dove precedentemente sembrava aver sostato. Studiando certe geometrie e proiettandole nel futuro, si può senza eccedere in presunzione, provare a capire cosa accadrà quando l'ungulato ripasserà di qui. Perché se così non fosse significherebbe che l'osservatore se ne sarà già andato altrove. Ma potrebbe anche succedere che il tratto lineare si sia protratto o accorciato oltremodo. L'uccello dai lunghi artigli, il becco ricurvo, e la ali energiche va osservato. Il desiderio d'imprigionarlo, deve essere a mio avviso represso. Il dolore nel mirar il volo celeste è compensato da altrettanto piacere di esser degni d'appartenere al creato stesso. Il disagio nasce nella percezione di una vita carnale compiuta, muore nella meditazione della storia infinita. Il rapace non esiste. Ne esistiamo noi come siamo abituati a percepirci. Nulla esiste di ciò che ci circonda. È un inganno. Solo l'amore è essenza. Certo è che senza questo pezzo di materia eterogenea, non sia possibile prendere contatto e consapevolezza con quanto Sopra. Si perché il Dentro tanto osteggiato è ancora materia ed espressione D'Io. Uscire per salire, trascendere in attesa e comunione, dell'onnipotente invisibile, tutto. L'intimità con esso ci sottrae prospettiva, di cui sentiamo costantemente un bisogno malinconico. Desideriamo tornare in quella casa da cui non siamo mai usciti. Francesco

 

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