Politeama "l'Universale"

Francesco

"E' il mondo intero una ribalta..." quando un giorno provai a citarlo in classe in una scuola sperduta di campagna, ci fu chi subito mi ricuso, denunciando che l'avevo letto sopra lo schermo del Cinema Politema. E' forse la più celebre frase Shakspiriana, sicuramente la più conosciuta da noi aretini ex frequentatori del più grande e moderno ex cinema cittadino.
Pensilina semicircolare con locandine nelle teche laterali all'entrata. Hall con altrettante locandine dei film in programmazione. Nell'era pre-internet, l'unico modo di informarsi era, oltre qualche trailer di riempimento negli intervalli televisivi, transitarvi davanti volutamente in un momento di shopping. Le locandine si trovavano anche in una teca nel Corso Italia.
Si andava solitamente in compagnia, della famiglia "al Tempo delle Mele", degli amici per "Ritorno al Futuro" della fidanzatina per "Gost". I primi ci pagavano l'entrata, con i secondi era alla romana, nel terzo caso, dipendeva. Erano gli anni della saga di Rocky e Rambo. Quell'attore dal cognome italiano che si alternava fra pugile emergente ed Veterano del Vietnam emarginato ed incompreso dall'ingrata società americana. Qua e là vacanze estive ed invernali dei fratelli Vanzina. Fra i propedeutici non vorrei dimenticarmi il malinconico ET e la fantastica "Storia Infinita".


Era un classico arrivare a film iniziato e recuperare l'inizio nella proiezione successiva. Quando si era in tempo c'era da fare un po' di coda alla biglietteria. Intero per gli adulti, ridotto per i più piccoli. Poi la maschera che strappava i tickets impacchettati. Alcune volte ci provava a prenderti il biglietto intero in modo da non pagare dazio alla SIAE.
Ci si riforniva di noccioline o patatine. Qualcuno di semini di zucca. Poi il bere, Esta thè, Fanta, Sprite o Coka.
A questo punto in base a ciò che avevamo pagato entravamo in platea o salivavo, attraverso due ali di scale nella galleria. Scostata con la mano la prima e la seconda tenda drappeggiata, ci trovavamo a dover cercare il posto rigorosamente non numerato. Poltroncine dalla seduta basculante, ricoperte di velluto rosso, meglio se in alto vicino al proiettore. E' evidente che stiamo parlando di galleria, per me la più ambita. Una terrazza che copriva mezza platea, sospesa nel vuoto, con due ali laterali protese verso il mega schermo.
Il Politeama veniva utilizzato sporadicamente per concerti, ricordo un Renato Zero, o per rappresentazioni teatrali quali l'Edipo Re di Sofocle.
Detto ciò, non era certo la sua vocazione. Il Politeama era il Cinema, ne teatro ne Auditorium.
L'Istituto di ragioneria vi faceva la consueta Assemblea scolastica. Ne ricordo una da infiltrato nel dicembre 1988. Credo fosse il 21. Nell'occasione non più cinema ma mercantile primi '900 in partenza o attracco. La galleria pareva il ponte superiore e la platea quello inferiore. Ragazzi e ragazze a penzoloni ovunque. Oggetti che volavano al piano di sotto. Il capitano eloquente sui temi cari agli studenti e scherzoso nell'accennare un tentativo di ordine pubblico.
Era, come erano altri cinema cittadini di Arezzo e di altre città. dismesso, dismessi perché sostituiti dagli industriali Multisale. Il Politeama dopo un tentativo di frazionarlo, creando due mini sale, è stato demolito, per costruirvi degli appartamenti. Oggi si presenta come una voragine, come un vuoto incolmabile stretto tra atri palazzi e via Madonna del Prato. Nella parete dello schermo, ancora ci sono i gessi di figure classiche ornamentali, unica testimonianza per tanti bambini di un passato prossimo sconosciuto.

 

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